Specismo e Antispecismo – saranno idee nuove, ma sono davvero buone idee?

 

L'otto agosto 2007, Eva Melodia, ha così commentato "un passo avanti, tre salti indietro":

Trovo non sia esatto che nessun movimento si stia immettendo nell'impopolare sentiero di cui si parla. Piuttosto bisogna prestare attenzione ai movimenti emergenti, alle correnti emergenti,  e aprire un tantino la testa per riuscire ad avere una visione veramente a tutto tondo dei fenomeni che dobbiamo contrastare ma soprattutto delle loro cause. Che non lo stiano facendo  partitito e politichini è normale. Praticamente tutte le ideologie attualmente istituzionalizzate sono obsolete e completamente inutili per affrontare i veri problemi dell'umanità. In un certo  senso fin'ora abbiamo scherzato. Adesso il gioco è veramente duro, e quattro ideucce di destra o di sinistra si rivelano veramente ridicole rispetto al casino globale sempre più evidente.  Servono idee nuove. Serve guardare in faccia la realtà. I tre salti indietro non sarebbero che un "metodo", l'unico forse, ma senza cambiare testa e avere una visione realista di cosa ci ha  portato fino a questo delirio, non è un metodo attuabile. Per quel che mi riguarda la realtà si chiama "specismo", la testa che cambia "antispecismo", il metodo è da trovare e in fretta.  I punti assolutamente da attuare: 1. Disarmo totale nucleare 2. Decrescita numerica di individui fino ad un massimo di un terzo del numero ad oggi registrato (ipotesi approsimativa di  sostenibilità) 3. Disgregazione dei centri urbani 4. Tornare ad una economia di sussistenza tanti altri punti che non cito per non rovinare la cena a nessuno, tanto basta collegare il cervello  per capire quali sono gli altri punti. E gli effetti più che ovvi. Ciao ciao alla play station e a tante altre cosucce. Lo so che a quelli col suv viene da ridere o l'ansia, ma bisognerebbe che  pensassero a quanto siamo disposti a pagare quello che ora in maniera ridicola chiamiamo benessere e a fare pagare ai nostri figli, (e non necessariamente tra molto tempo) in termini di  guerre, carestie, malattie da inquinamento, follia, mancanza di dignità. Saluti e baci Eva Melodia

Cara Eva Melodia,
spero tanto che tu abbia ragione e che quanta più gente è possibile riesca a percepire come il modello di vita che viene propagandato con modalità ossessive stia divenendo giorno per  giorno una specie di bomba ad orologeria, che sarebbe poi quello che tu chiami "guardare in faccia la realtà". A dire il vero non so se si tratti di ideologie obsolete e se davvero servono "idee nuove". Come ho già scritto, l'internazionalismo non è certo un'idea nuova. Che l'abolizione delle frontiere sia uno dei compiti più urgenti per chi voglia tentare di avvicinarsi ad un mondo  più tollerabile di questo non costituisce per niente un'intuizione recente, ma dovrebbe essere un patrimonio acquisito. E invece tutti a parlare di patria, di nazione, di tradizione, di etnie, come se fossero valori capaci di difenderci dall'assalto del capitale globalizzato.
Guardo alle "parole nuove" sempre con una certa diffidenza.

 
 
 
 
Ad esempio lo "specismo" (nuova fino a un certo punto, la parola ha quasi 40 anni) e l'antispecismo non mi paiono affatto  degli strumenti utili alla nostra opera. Io posso avere una discussione con te, posso associarmi spontaneamente o in maniera pianificata con altri H. sapiens in un'attività ludica o in una  rivolta, e con loro posso ritrovarmi in assemblea ed eventualmente decidere qualcosa. Tutto ciò non lo faccio certo con gli opossum, le carote o con degli Escherichia coli. Il discorso  antispecista è purtroppo infarcito di morale e lo ritengo quindi nocivo. Come sapiens. non mi sento superiore moralmente né all'echidna né al ravanello, come il coccodrilllo non si ritiene  moralmente superiore alla zebra che si sta pappando. Deve mangiare per vivere, mica deve fare catechismo.
Credo che sia l'ora di abbandonare morale ed etica in sacrestia e occuparci finalmente di cose più meritorie.
Il tuo programma in quattro punti ha un certo buon senso, ma per il mio modo di vedere parte dal lato storto, cioe da quella che sarà più una conseguenza che non l'obiettivo immediato.
1 – Il disarmo nucleare si avrà quando avremo diffuso una forte sfiducia nelle caste militari, quando sarà senso comune che generali e truppe operanti sul territorio ove viviamo sono  altrettanto o più pericolosi di quelli degli eserciti "stranieri",  che si trovano in luoghi distanti.
2 – La decrescita numerica della popolazione sarà uno degli effetti di un drastico mutamento delle strutture produttive. Il capitalismo ha assoluto bisogno di morti di fame da sfruttare, dunque  se non si combatte la democrazia capitalista difficilmente avrai una diminuzione della popolazione. Il caso Italia è particolarmente evidente: come si sono cominciati a vedere gli efettii di una contrazione della natalità la manodopera per lavori di merda ha iniziato a scarseggiare, per cui lo stato e il capitale hanno fatto in modo che la popolazione continuasse a crescere con  l'afflusso di disperati provenienti da luoghi dove gli stati e il capitale avevano creato miseria e disperazione.
3 – Stesso identico discorso vale per la disgregazione dei centri urbani, funzionali all'alienazione della produzione ma anche a quella della decisione quotidiana sulla propria vita. Anche questo sarà un effetto del rifiuto di abitare in luoghi inadatti alla vita e di preferire zone ove ci si possa materialmente prendere maggiori responsabilità circa la propria esistenza.
4 – Come sopra: non dobbiamo pensare che la libertà sia un sacrificio; la conquista di questa sarà un sommovimento che modificherà tanto, ma sapere prima cosa non ci è dato. Avremo o non avremo la play station? Mi pare un discorso poco interessante. Cominciamo a muoverci in direzione di una critica radicale alle strutture gerarchiche – non come i seguaci di Grillo che vorrebbero che la politica venisse messa in riga da magistrati e poliziotti, sai che affare… – e vediamo che succederà. Avrò l'home cinema con schermo a sessanta pollici? E l'aria condizionata nel gabinetto? E la lavatrice? E la bicicletta? E il trattore?
Ma, dico, non abbiamo di meglio da fare che tentare esperimenti di divinazione? Cominciamo a mettere mano al presente che qui di gente che crepa di tumore, o inizia una vita da infermi, a trent'anni ce n'è una quantità impressionante, e poi se ne parla. Altrimenti rischiamo che resti tutto nella nostra testolina, no?
saluti e baci anche a te e grazie del tuo contributo,

 

Giuseppe Aiello, ottobre 2007

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