Una mia personalissima selezione di estratti da documenti pubblici di Urupia diffusi in anni passati e in parte ingiustamente dimenticati (G.A.)
Da: Notizie da Urupia, Ottobre 1998.
Un nido nella foresta ovvero il periodo di prova a Urupia
[…] Innanzitutto vorrei dirvi che mi risulta difficile scegliere Urupia come luogo per viverci. Vorrei cercare di spiegarvi nel modo più chiaro possibile perché è così. Negli ultimi giorni mi sono chiesta cosa avrei voluto dirvi a proposito del mio periodo di prova a Urupia. Non mi riesce facile scegliere e riordinare i sentimenti e i miei pensieri così come desidererei. Inizierò dalla cosa più difficile: i miei sentimenti. Come risultato di questo mezzo anno in cui abbiamo condiviso la vita quotidiana mi sento ora molto legata a voi. Sono contenta che i miei rapporti con alcune di voi – nonostante le difficoltà linguistiche – siano cresciuti. Nei casi in cui io ho avuto voglia e energia per scambiarmi con alcune, ho vissuto da parte delle altre un’apertura che mi è piaciuta molto. Nelle situazioni difficili per me mi sono sentita considerata e sostenuta; per questo vorrei ringraziarvi, in particolare Antje e Agostino che mi hanno accompagnato “ufficialmente” durante il mio periodo di prova. Quando ero io a non avere l’energia per andare dalle altre, sono state poche quelle nel gruppo che mi hanno cercata di loro iniziativa. Ciò significa che in generale ho scoperto che da parte mia sono necessarie molte energie per stabilire rapporti con le altre persone, per approfondirli e curarli, così come ho scoperto che non sempre dispongo di questa energia. Nonostante il mio sentimento di vicinanza nei vostri confronti, a volte mi sono sentita veramente fuori posto:
– mi manca quell’intreccio di rapporti amicali, politici e sociali che mi circonda nel Wendland (la regione dove vivo, caratterizzata da un ventennio di forte militanza politica soprattutto antinucleare); rapporti che qui, a parte Urupia, non ho;
– mi mancano quei luoghi che mi servono a rifare il pieno di energia e a ritrovare me stessa;
– mi manca la naturalezza con cui agire politicamente a livello pubblico; qui spesso non mi sento in grado di valutare in maniera adeguata gli eventi politici e di poter agire, il che mi fa sentire relegata nella sola sfera privata. Soprattutto avverto la forte limitatezza della mia condizione di donna nel Sud, che stride con la forte libertà di azione di cui godo e a cui sono abituata nel contesto del Wendland;
– mi mancano le mie amiche con cui condivido la stessa visuale “femminile”, visuale che qui spesso ho invece dovuto prima spiegare.
Questi sei mesi mi hanno dimostrato che sono molto più legata alle persone e al posto in cui vivo in Germania di quanto pensassi. Quando ho iniziato il periodo di prova a Urupia la cosa che mi chiedevo di più era: posso immaginarmi di vivere con queste persone in questo progetto, e soprattutto farlo qui in Italia? Continua a leggere→